L’uomo “avvolge” con la tecnologia l’ambiente per creare un habitat al digitale

In questo ambito riecheggiano le parole di Emanuele Severino[2]: «…all’opposto degli autori che professano un probabile avvicinamento fra il tecnico e il divino, direi che c’è piuttosto una sostituzione ovvero un nuovo volto acquistato dal divino. Questo volto ora si presenta come volto tecnico, per questo amo dire “Dio è il primo tecnico, la tecnica è l’ultimo Dio”, ma non nel senso che potrebbe interessare ai nuovi mistici di internet. Direi piuttosto che già Dio è produttore, anche se poi intende arginare la produzione umana. Cioè Dio è il produttore, è il tecnico, è il demiurgo per eccellenza, mentre la tecnica non fa altro che ereditare questo carattere demiurgico.»[3].

L’uomo “avvolge”[1]  con la tecnologia l’ambiente per adattarlo alle necessità “analogiche” (input e output) del digitale. La tecnica di prometeica memoria è altro da sé. La tecnica modifica e ripensa la stessa natura.

Il diritto e l’interpretazione delle regole sono inevitabilmente influenzati dal canone universale della tecnica. La tecnica avvolge tutto e determina tutto. Non rimane che prenderne “nichilisticamente” atto. 

Natalino Irti ricorda che, un tempo, la legge trovava fondamento in un ideale teologico, in credenze superiori. Da quando, come ci ricorda Friedrich Nietzsche, «Dio è morto!»[4] (ossia la caduta delle certezze di ordine metafisico e teologico) l’unico legislatore è diventato l’uomo che “detta legge” riempiendola di volontà sempre più temporanee. La natura e la dimensione etica non hanno più un ruolo centrale. In questo contesto anche la tecnica del diritto è “tecnica”[5].

Ciò appare ben sintetizzato da Antonello Soro «…la tecnologia da strumento si è fatta dimensione, ecosistema in cui siamo così profondamente immersi da non renderci conto, fino in fondo, delle sue implicazioni. Che si estendono dal lavoro … alla salute e alla ricerca scientifica ma anche alla giustizia, che finisce con il divenire “predittiva”, affidando agli algoritmi persino quelle decisioni dirimenti sull’uomo – colpevolezza, libertà, punibilità – che sembravano l’ultimo baluardo della sovranità e, quindi, della razionalità umana»[6].


[1] L. Floridi, Enveloping the world: risks and opportunities in the development of increasingly smart technologies in https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/blogs

[2] Tra i numerosi contributi pubblicati sul Corriere della Sera si ricordano: Contraddirsi? A volte aiuta (5 Marzo 2016); Il sì, il no. Ma vince la tecnica ( Schmitt, contro la tecnica e la globalizzazione) (12 Settembre 2016); Sfida tra islam e occidente Il vincitore è la tecnica (10 aprile 2016); È Gentile il profeta della civiltà tecnica (6 Gennaio 2014); L’uomo in debito cerca la libertà (13 gennaio2014); Il destino della tecnica, battere le ideologie Oggi il suo limite è di essere usata come mezzo al servizio dei poteri e non come fine (29 luglio 2014); C’è un sapere che precede la scienza(26 ottobre 2015); Viva la tecnica se c’è filosofia (5 febbraio 2006); Islam e Occidente, le stesse radici greche. Ma oggi il fattore dominante è la tecnica, che ha preso il posto di Dio (5 giugno 2006); Il mondo che vorrei. E con la tecnica l’uomo creò la natura (19 settembre 2006); Sotto il dominio della tecnica (22 novembre 2006).

[3] Tratto dall’intervista a Emanuele Severino di Nello Barile, del 2013 (www.letture.org). E. Severino, Il destino della tecnica, BUR, Milano 2009, pp. 8-9: la tecno-scienza è destinata a diventare, da mezzo, scopo delle diverse potenze (capitalismo, democrazia…omissis…) che intendono servirsi di essa per il dominio del mondo. E ancora «Le grandi forze della tradizione occidentale si illudono dunque di servirsi della tecnica per realizzare i loro scopi: la potenza della tecnica è diventata in effetti, o ha già incominciato a diventare, il loro scopo fondamentale e primario. E tale potenza – che è lo scopo che la tecnica possiede per se stessa, indipendentemente da quelli che le si vorrebbero far assumere dall’esterno – non è qualcosa di statico, ma è indefinito potenziamento, incremento indefinito della capacita di realizzare scopi. Questo infinito incremento è ormai, o ha già incominciato ad essere, il supremo scopo planetario».

[4] F. Nietzsche, La Gaia Scienza (varie edizione italiane, tra le diverse: Adelphi, BUR, Newton, Rusconi). Sul tema si rinvia anche alla splendida opera di N. Irti, Nichilismo giuridico, Laterza, 2005, 26 e in particolare al passo in cui evidenzia che «Gli Dei sono morti, o si nascondono al nostro sguardo; la vecchia natura è manipolata e ‘arte-fatta’ dall’uomo; la ragione si è dissolta nelle plurime interpretazioni del mondo, fra le quali non ci è dato di scegliere in base ad un criterio che tutte le abbracci e comprenda. Il diritto è consegnato per intero alla volontà degli uomini, alla storicità e caducità delle loro decisioni».

[5] N. Irti, Nichilismo giuridicoop. cit., 6.

[6] A. Soro, Uomini e Macchine, Protezione dati per un’etica del digitale (Atti del Convegno, 30 gennaio 2018, organizzato dal Garante per la protezione dei dati personali in occasione della “Giornata europea della protezione dei dati personali”), 3.